Nota del Comitato Editoriale di IPDV
"L'Impronta degli Alpini

 

Siamo orgogliosi di inserire questo saggio nella nostra Collana, giunta alla sua quarta pubblicazione. Felici ed orgogliosi sia per il valore assoluto del personaggio che in esso viene affrescato, sia per i cospicui pregi storico-letterari contenuti nell’opera, il principale dei quali, a parer nostro, consiste nella sua lievità sul piano ideologico.
Il contesto storico nel quale avvengono i fatti qui narrati (gli anni più duri della Guerra fredda, visti attraverso le peripezie dei soldati italiani rimasti prigionieri in Russia dopo la fine del Secondo conflitto mondiale, abbandonati - quando non denigrati ed osteggiati - da una parte della Patria stessa) avrebbe potuto prestarsi a solenni battaglie politiche, ad accuse e recriminazioni. Fin dalla Prefazione si capisce facilmente come nella realtà tali battaglie furono realmente combattute, non solo in ambito giudiziario da parte di alcuni dei protagonisti, ma anche in tempi più recenti, magari a livello locale e più sfumato.
Qui invece prevale la capacità dello storico, l’amore per la ricostruzione fedele dei fatti, attraverso atti giuridici, testimonianze in prima persona, mediate dal confronto tra pareri tanto diversi. L’Autore, sostanzialmente, non giudica: lascia che siano i fatti a parlare da soli, e a rendere testimonianza indiretta dei sentimenti - più o meno condivisibili a seconda dei casi, è chiaro, ma pur sempre profondi - che animarono i protagonisti.
Tutto ciò non fa che aumentare i meriti del lavoro di storico del professor Barba, e degli Alpini del Gruppo A.N.A. di Mede, che tanto si sono adoperati per divulgarlo, sia negli Anni ’80  e ’90 per la prima pubblicazione, sia ancora oggi per la sua ristampa.
 Da diverso tempo alcuni argomenti, in passato ritenuti “tabù” dalla storiografia cosiddetta “ufficiale” e a più larga diffusione, sono tornati d’attualità: il trascorre del tempo, la sedimentazione dei ricordi e dei dolori nell’animo degli Italiani permettono di iniziare a parlare di quei fatti atroci e sanguinosi con una certa obiettività. In questo caso, ci pare, si raggiunge un altissimo livello.

Ma non vorremmo, decantando i pregi dell’Autore, far dimenticare i pregi del Protagonista di questo libro, quel Franco Magnani che, con un percorso che ci pare accomuni tutti i migliori fra i nostri Alpini, partì per la guerra e tornò animato dai più profondi sentimenti di pace. Il libro precedente di questa collana è dedicato a Don Carlo Gnocchi, altro fulgido esempio di reduce della Russia che seppe rinascere da quella terribile esperienza. Magnani, uomo in divisa tutto d’un pezzo, non poteva ricalcare le orme di Don Carlo; tuttavia, ascoltando le corde più profonde del suo animo, seppe trovare una via alternativa, ma non meno eroica, che lo portò a quei profondi, toccanti esiti, che solo uno scrittore come Bedeschi poteva illustrare degnamente, e che riportiamo alla fine di questo libro.

Altro motivo della nostra soddisfazione è proprio la possibilità (per la quale vogliamo qui ringraziare sia l’Editrice Mursia, sia Luisa Vecchiato Bedeschi) di citare l’intero episodio scritto da Bedeschi a proposito dell’ultimo suo incontro con Magnani. All’immensa carica umana del protagonista, si unisce un’altrettanto profonda carica umana del narratore, con dei risultati non solo commoventi, ma che vanno a sfiorare l’anima di qualsiasi lettore.

Il Comitato Editoriale de "L'Impronta degli Alpini"

Paolo Zanzi - coordinamento generale
Filippo Rissotto - coordinamento letterario, editing
Cipriano Bortolato - progetto grafico ed impaginazione
Carlo Fanti - iconografia e sito internet

 

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