Il Giorno più lungo
di Mario Grigioni

 

Nei remoti anni sessanta, prima che l’onda lunga del maggio francese si propagasse in tutta Europa come uno tsunami, i rapporti gerarchici erano molto sentiti, e rispettati, in tutte le realtà sociali: in famiglia, sui luoghi di lavoro e, in misura quasi esasperata, nella vita militare.
E’ quindi comprensibile l’agitazione che pervase il campo di La Thuile, ove gli AUC e gli ACS svolgevano le esercitazioni estive, allorchè si sparse la notizia che il generale comandante vi si sarebbe recato, due giorni dopo, in visita ufficiale.
In realtà, il generale intendeva effettuare un’ispezione a sorpresa ma, ancora una volta, radio scarpa si rivelò efficientissima. Nella fattispecie, l’autore dello scoop fu il caporale Elviro Perroquet, rappresentante della nobile categoria degli attendenti, il quale captò fortuitamente una breve conversazione fra la moglie dell’aiutante maggiore ed il coiffeur di piazza Chanoux: “Eligio, le va bene se vengo giovedì per la permanente? Mio marito ha detto che accompagnerà il generale a La Thuile, quindi avrò tutta la giornata libera”. Conscio dell’importanza della notizia testè appresa, Perroquet attivò prontamente i propri canali informativi e, nel giro di poche ore, la preziosa informazione giunse a La Thuile.

Lassù al campo il tenente colonnello Ricardo, comandante del battaglione AUC, visibilmente preoccupato, convocò i comandanti delle compagnie in esercitazione, impartendo loro le istruzioni più urgenti e, subito dopo, fece chiamare il sottotenente Fiorenzo, responsabile delle trasmissioni e dello sgombero poligono: “Mi raccomando, Fiorenzo, il generale ha il pallino delle trasmissioni, faccia in modo che tutto funzioni alla perfezione, altrimenti finiremo tutti nei guai”. “Non si preoccupi, signor colonnello, faremo un’ottima figura!”. Fiorenzo non era del tutto convinto della propria affermazione ma, con un pizzico di fortuna, le cose andarono nel migliore dei modi.

Per il fatidico giorno della visita,  era prevista l’attivazione di due dei tre poligoni a disposizione: Orgere, con i tiri dei mortai da 81, e La Joux, con gli spettacolari botti dei cannoni senza rinculo. Non era invece prevista alcuna attività a fuoco su Chaz Dura. In località La Joux, presso il centro di comando operazioni, doveva essere installato, a cura di Fiorenzo, anche il centro campale di trasmissioni. E, senza dubbio, sarebbe stato proprio La Joux il luogo prescelto dall’illustre ospite per la sua visita.
 
Così, il giorno precedente l‘esercitazione, i trasmettitori attestarono su La Joux una quantità di doppini telefonici ed antenne radio, pianificarono il dislocamento delle numerose vedette,  prepararono le schede di collegamento e gli altri  materiali e documenti necessari.
Mentre le complesse attività erano in corso, l’AUC Giorgio Pautasso prese in disparte Fiorenzo e gli espose la propria idea, un vero e proprio lampo di genio: “Senta tenente, con questo casino di collegamenti, come faremo a capirci qualcosa? Che ne dice se preparassimo uno schizzo della zona di esercitazione, con sovrapposto un sinottico dei collegamenti? Sa, io sono architetto e me la cavo con il disegno”. Fu subito costituita una task force che, in poche ore, realizzò l’ambizioso progetto: in pratica, la versione naif di un diorama ove, anziché gli impianti di risalita ed i punti di ristoro, erano riportati i collegamenti radio/telefonici e le postazioni delle vedette. Il tabellone forniva un immediato colpo d’occhio del teatro operativo ed era decorato con vivaci colori; sistemato bene in  evidenza su un treppiede, era davvero bello a vedersi.
L’ACS Piero Rebaudengo, invece, grande esperto di radiantismo, fu incaricato di identificare i siti ottimali per le antenne filari da 37 metri delle radio ANGRC9, le mitiche “G 9“.

Venne il giorno fatidico e, ben prima dell’alba, le vedette si avviarono verso le postazioni assegnate. I più fortunati, quelli destinati alla zona del Piccolo San Bernardo, furono trasportati a destinazione in CL  o in campagnola; gli, altri, la maggioranza, si avviarono a piedi trascinandosi i Garand, gli elmetti, gli zainetti tattici con razioni K, le radio CPRC26 o P10 con bastino ed i bandieroni rossi di segnalazione, montati su lunghissimi pali di legno.
L’ACS Fedele Trombetta, bergamasco, munito di una CPRC26 “segreta”, cioè non indicata sullo schema dei collegamenti, fu inviato alla casa cantoniera all’ingresso di La Thuile. Lì, da una postazione ben defilata, aveva il compito di dare l’allarme al passaggio della campagnola del generale, ben riconoscibile dalla bandierina rossa.
Fiorenzo, affiancato da Pautasso e da Rebaudengo nel ruolo di assistenti, si sistemò al centro campale di trasmissioni, un tavolaccio che, ingombro com’era di apparati radio e telefonici, visto con gli occhi di oggi sembrerebbe una bancarella della fiera degli oh bej-oh bej. A lato del tavolo faceva bella mostra di sé il capolavoro del bravo Pautasso, che lo rimirava con giustificato orgoglio.

Per le 08.00, come previsto, Fiorenzo completò i collegamenti con tutte le vedette ed i posti di comando, e fu in grado di comunicare il “poligono sgombro” al colonnello Rocca, che diede così il via ai tiri. Ben presto, il silenzio della valle fu rotto dal rombo cupo dei mortai e dagli schianti delle cariche cave dei cannoni senza rinculo.

Ma le danze vere e proprie si aprirono quando Trombetta, esprimendosi nel gergo convenuto, ruppe la spasmodica attesa: “Romeo qui Juliet, il pacco è in arrivo. E’ transitato ora il postino, andava abbastanza spedito, sarà lì da voi fra pochi minuti, passo”. “Juliet ricevuto, rimani standby in silenzio radio”. Ed infatti, pochi minuti dopo il generale Sorensen smontò dalla campagnola e, con incedere regale, fece il suo ingresso nella zona comando esercitazioni.

Andò esattamente come Ricardo aveva previsto: dopo avere seguito con aria distratta un paio di tiri, Sorensen notò il tabellone e, con evidente interesse, fece rotta verso la bancarella-comando di  Fiorenzo. Il giovane ufficiale scattò sull’attenti e si presentò in modo impeccabile, nonostante l’emozione: “Sottotenente Fiorenzo, prima compagnia, ufficiale addetto alle trasmissioni ed allo sgombero poligono, con due assistenti“. “Ah, Fiorenzo -disse il generale indicando il diorama- mi spieghi cosa rappresentano questi disegni”. “Dunque, oggi sono attivi due poligoni, quindi abbiamo in funzione due maglie del fuoco. Queste sono le rispettive vedette -Fiorenzo indicò i puntini rossi sul sinottico-, noi siamo capo maglia per entrambi. Inoltre, abbiamo la maglia di comando che ci collega con i comandi compagnia ad Orgere, Chaz Dura e La Thuile. La maglia di comando è ridondante, via radio e via filo. Infine, abbiamo un collegamento radio punto-punto con Aosta; il collegamento via filo, invece, non è diretto in quanto la linea militare di Aosta è derivata dal centralino dei Carabinieri di Morgex”.

Il generale, visibilmente impressionato dalla spiegazione tecnica, sbottò in uno spontaneo (ed incredulo) “E tutto questo funziona?”. Quindi, alla risposta affermativa di Fiorenzo, volle sottoporlo subito al più difficile dei test: “Bene, allora mi chiami Aosta via radio”.
Con calma (si fa per dire), Fiorenzo prese il microfono della G 9 ed eseguì l’ordine: “Sette alfa bravo charlie, qui delta golf lima uno per prova radio, dite come mi sentite passo”. “Delta golf lima uno, qui sette alfa bravo charlie, ricevo tre quinti granuloso, comprensibilità 100, passo”.
Il volto arcigno del generale si stemperò per un istante in un mezzo sorriso.“Ah, ma allora funziona davvero. E’ la prima volta che lo vedo, come avete fatto?”. “L’ACS Rebaudengo -rispose Fiorenzo indicando l’assistente, che arrossì e balzò in piedi come se fosse stato morso dalla tarantola-  è ingegnere ai laboratori  Cselt di Torino. E’ lui che ha studiato come disporre l’antenna filare, in modo da sfruttare al meglio l’orografia della zona. La ricezione non è ottimale, ma meglio di così è impossibile”. Sorensen fece un piccolo cenno di assenso, massima espressione della sua  approvazione e poi, con sorpresa di tutti, decise di divertirsi un po’. Si fece portare una sedia e, sistematosi accanto a Fiorenzo, passò le due ore seguenti ad ascoltare i collegamenti, seguendo con interesse i brevi scambi di informazioni con le vedette e con i comandi di compagnia. Gli operatori, adeguatamente indottrinati, furono pronti a rispondere in tempo zero a tutte le domande del generale. L‘ultima della serie fu: “Chieda alla terza compagnia se hanno dei colpi inesplosi”.
“Whisky tre tango whisky, qui delta golf lima uno, riferire colpi inesplosi, passo”. “Delta golf lima uno, qui whisky tre tango whisky, un colpo in carica terza inesploso su bersaglio numero due, passo”- rispose prontamente Orgere.
Finalmente, il generale si ritenne soddisfatto e, allontanandosi dal posto di comando, pronunciò un inatteso (ed inconsueto) “Molto bene Fiorenzo, ha fatto un ottimo lavoro”. Pochi minuti dopo, Sorensen lasciò il campo e fece rotta verso Aosta, facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo.

Poco prima del tramonto, conclusa l‘esercitazione, il provvidenziale tabellone venne rimosso ed il centro campale di La Joux  smantellato. A piedi o con i mezzi di trasporto previsti, le vedette intrapresero il viaggio di ritorno verso il campo-base di La Thuile. Anche la vedetta “Fiamma Zero Uno”, un vecchio pulmino dei Carabinieri posto di traverso sulla statale del Piccolo San Bernardo, venne rimossa ed il traffico (per la verità quasi nullo) riprese a scorrere sull’importante arteria.

I trasmettitori confluirono alla spicciolata verso la loro tenda al campo di La Thuile dove Pautasso e Rebaudengo, veri eroi della giornata, tenevano banco, raccontando gli eventi di cui erano stati diretti testimoni, debitamente arricchiti di aneddoti e particolari.
Quando l’oscurità era ormai calata, creando quell’atmosfera incantata tipica di La Thuile, e Fiorenzo già pregustava l’imminente passeggiata serale con la Gigliola di Novi Ligure, la Divina  Provvidenza ispirò uno dei presenti a riciclare per l’ennesima volta la più scontata delle battute: “E’ stato bravo anche il Trombetta che, Fedele come sempre, ci ha suonato la sveglia al momento giusto! Dico bene, Trombetta? Ehi, Trombetta… ma dov’è Trombetta, dove si è cacciato?”. E così, la verità si fece strada: nell’euforia generale, nessuno si era ricordato di richiamare la vedetta Juliet che, fedele alla consegna, era rimasta sul posto in standby ed in silenzio radio.

Una campagnola fu prontamente inviata a recuperare il prode Trombetta che, da buon rappresentante del “tas e tira” tipico dei bergamaschi, si limitò a commentare: “Oh pota, meno male che siete arrivati, a momenti esaurivo la batteria!”.
Naturalmente, nessuno ritenne necessario comunicargli che il generale Sorensen se ne era andato già da parecchie ore; del resto, si sa, talvolta qualche piccola bugia può migliorare la qualità della vita.

 

Mario Grigioni - Ha frequentato il 48° corso AUC nel 1967. Dopo il periodo da sergente presso il battaglione Pieve di Cadore, ha prestato servizio di prima nomina alla Smalp, come comandante di plotone alla Prima compagnia AUC ed istruttore di trasmissioni del 50° e 52° corso AUC.
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