Monsignor Angelo Bazzari, Presidente della Fondazione Don Carlo Gnocchi - ONLUS

Riscoprire i valori di fondo che accompagnano la crescita delle nuove generazioni è compito fondamentale di ogni società che voglia continuare a considerarsi civile.
Senza questo sforzo pedagogico non si costruisce una convivenza pacifica, relazioni interpersonali giuste e una società ordinata.
Il gemellaggio di valori tra l’8° Reggimento Alpini e la Fondazione Don Gnocchi è l’occasione per ribadire questi valori come la solidarietà generosa, l’umanità forte, la pietà profonda, la semplicità intelligente, l’ottimismo inesauribile, l’amor di Patria.
Valori che gli alpini di ogni tempo hanno sempre incarnato alla perfezione.
Ne sono testimonianza gli scritti del cappellano militare volontario don Carlo Gnocchi, che così si esprimeva: «Gli alpini non dicono nulla. Marciano, lavorano e tacciono. Quasi ostinatamente. Non chiedono nulla. Anche l’eroico è per loro normale. Lo straordinario è ordinario. Io mi vergogno davanti a loro, nel trovare eccezionale e bella questa mia vita, e penso anche spesso ai nostri ragazzi che sanno troppo poco il sacrificio, o, meglio, lo sanno troppo esaltare, davanti a sé, davanti agli altri e davanti a Dio. Potessi imparare anch’io dai miei alpini questa virtù sublime: di rendere naturale e quasi inavvertito il sacrificio…».
La lodevole iniziativa del concorso intitolato “Disegna gli alpini” ha fatto emergere, attraverso i lavori spontanei dei ragazzi delle scuole dell’obbligo, questi connotati identificativi dell’alpino, assunti prima e proposti poi quali modelli di comportamento da imitare da parte delle nuove generazioni.
Anche questo libro, frutto di quella esperienza didattica, è l’esito coerente della pedagogia dell’amore, così cara a don Carlo e fatta propria dal corpo degli Alpini, proprio perché decisiva per la crescita civile di un Paese. Esso costituisce una proposta formativa finalizzata a sottolineare la positività dell’animo umano e a ricordarci la bellezza della solidarietà.
Un atteggiamento costruttivo verso la vita, che faceva esclamare a don Gnocchi: «Siate sempre ottimisti nella vostra opera di educatori. Fate che gli uomini credano nel bene; non solo in quello ideale ed archetipo, ma in quello vivente e operante nel mondo. Anche nel mondo moderno. Perché, dopo tutto, questa è la verità: l’ultima parola spetta sempre al bene».

 

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